“La vita in carcere è disumana”: il viaggio di Antigone dietro le sbarre tra sovraffollamento e suicidi

Il rapporto "L'emergenza è adesso"
Un sistema penitenziario fuori controllo che “viola i diritti fondamentali” e “tradisce ogni finalità costituzionale della pena, mettendo a dura prova la vita delle persone detenute e degli operatori penitenziari”. Le parole, fortissime, sono quelle di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, che oggi ha diffuso i dati del suo report di metà anno.
Un dossier in cui emerge chiaramente come nelle carceri italiane aumentano le persone detenute, peggiorano le condizioni di vita, si moltiplicano le proteste, i suicidi e le segnalazioni di trattamenti inumani: questa la fotografia del rapporto “L’emergenza è adesso”.
Il sovraffollamento nelle carceriIl sovraffollamento nelle carceri sta tutto nei numeri crudi diffusi da Antigone. A fine giugno negli istituti di reclusione del Paese erano detenute 62.728 persone, 1.248 in più di un anno fa: di queste le donne erano 2.747 (il 4,4% delle presenze), gli stranieri 19.816 (il 31,6%).
La capienza regolamentare del sistema penitenziario è ferma a 51.276, ma da questi vanno sottratti i 4.559 posti attualmente non disponibili per inagibilità o ristrutturazioni: ne consegue che il tasso di affollamento nazionale è al 134,3%.
Alcune carceri ormai rischiano letteralmente di scoppiare: sono 62 gli istituti in cui il tasso di affollamento superiore al 150% e ben 8 quelli in cui è superiore al 190%. Tra questi troviamo Milano San Vittore femminile (236%), Foggia (214%), Milano San Vittore maschile (213%), Lodi (205%), Brescia Canton Monbello (203%), Lucca (200%), Udine (194%) e Roma Regina Coeli (191%). Al contrario, sono solamente 31 in Italia gli istituti non sovraffollati.
Dalle 86 visite svolte dall’Osservatorio di Antigone negli ultimi dodici mesi risulta che nel 35,3% degli istituti penitenziari italiani visitati c’erano celle in cui non erano garantiti 3mq a testa di spazio calpestabile, percentuale che era in media del 28,3% nel 2023.
La custodia chiusa riguarda oltre il 60% delle persone detenute, costrette a “rimanere per ore in celle sovraffollate e bollenti”. In piena estate, si legge nel report di Antigone, “senza ventilazione adeguata e con accessi limitati all’acqua, la vita quotidiana in carcere è disumana. Le celle raggiungono i 37 gradi, con ventilatori acquistabili solo a pagamento e a numero limitato”.
Gli effetti del dl Caivano sulle carceri minoriliPer effetto del contestato decreto Caivano anche le carceri minorili versano ormai in condizioni critiche. Al 15 giugno scorso, spiegano da Antigone, sono 586 (di cui 23 ragazze) i detenuti nei 17 Istituti penali per minorenni, cui si aggiunge la sezione Ipm all’interno del carcere bolognese per adulti della Dozza:
Si tratta di un aumento del 50 per cento rispetto all’ottobre 2022, momento in cui si insedia l’attuale governo Meloni, quando le carceri minorili ospitavano 392 minorenni e giovani adulti (meno del 3% del totale dei ragazzi complessivamente in carico ai servizi della giustizia minorile)
Oggi ben 8 Ipm su 17 soffrono di sovraffollamento, mai registrato in passato. “In vari istituti – si legge nel report – abbiamo trovato i materassi a terra, condizioni igieniche estremamente degradate, celle chiuse quasi l’intera giornata e assenza di attività significative, perfino quelle scolastiche. Spesso non vengono garantite neanche le ore d’aria previste dalla legge. Molto elevato l’utilizzo di psicofarmaci. La crescita si è registrata in maniera particolare dopo l’entrata in vigore del decreto Caivano nel settembre 2023, che ha allargato la possibilità di ricorrere alla custodia cautelare per i minorenni e ha ristretto l’accesso alle alternative al carcere”.
Dei 586 giovani detenuti presenti, 355 (pari a oltre il 60%) sono minorenni, per i quali in passato si sarebbero trovate soluzioni alternative al carcere; 53 i ragazzi infraquindicenni e 302 tra i 16 e i 17 anni di età. Il 63,5% delle presenze riguarda persone prive di una sentenza definitiva e dunque presunte innocenti. Percentuale che sale fino a quasi l’80% se si considerano i soli minorenni. I detenuti stranieri sono 275, il 46,9% del totale: di questi il 76% proviene dal Nordafrica ed è costituito sostanzialmente da minori stranieri non accompagnati.
I suicidi in carcereDramma nel dramma, la triste contabilità dei suicidi in carcere. Secondo il dossier di Ristretti Orizzonti, sono 45 i suicidi avvenuti in carcere dall’inizio dell’anno, di cui 11 solamente tra il mese di giugno e luglio. “Negli ultimi dieci anni solo nel 2024, l’anno con più suicidi in carcere di sempre, si è registrato un numero di casi superiore. Si tratta quindi di un numero in termini assoluti di gran lunga superiore agli anni passati, segno di un’emergenza ancora in corso”, si legge nel rapporto di Antigone.
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